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Góngora sa essere tanto satirico


Enviado por   •  27 de Enero de 2014  •  Ensayos  •  607 Palabras (3 Páginas)  •  222 Visitas

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L'11 luglio 1561 nasce a Cordova il poeta e drammaturgo spagnolo Luis de Gongora y Argote. E' una delle figure più importanti del 'Secolo d'oro' della cultura e della potenza militare spagnola, autore di versi ancora oggi studiati e di opere teatrali che hanno lasciato il segno nella cultura spagnola. A Cordoba e poi a Salamanca studiò giurisprudenza, lettere, matematica senza laurearsi. Si avviò alla carriera ecclesiastica, a 18 anni prese gli abiti minori. Nel 1585 fu economo del capitolo della cattedrale di Córdoba. Si recò in missioni ecclesiastiche a Madrid, Granada, Valladolid, Cuenca, Burgos. Le sue poesie intanto (le prime risalgono al 1580) si diffondevano, suscitando polemiche. La sua attività letteraria gli creò difficoltà con i superiori. L'arcivescovo Pacheco lo accusò di malcostume: tra i capi d'imputazione, il parlare durante le cerimonie, assistere alle corride, scrivere poesie. A 56 anni prese gli ordini maggiori. Con l'aiuto di alcuni nobili amici, come Rodrigo Calderón, il duca di Lerma, riuscì a diventare cappellano d'onore di Filippo III. Caduti in disgrazia i suoi protettori, malato, incapace di risolvere i suoi problemi finanziari, cercò la protezione del nuovo favorito, il conte di Olivares. Fu al seguito di Filippo IV. Colpito da epilessia, tornò a Córdoba. Morì qui, nel 1627.

Nella non breve carriera poetica di Luis de Góngora (1561-1627) si possono distinguere (benché, in verità, non tutti gli studiosi siano concordi) due fasi: una prima fase, che va dagli esordi al 1610, e una seconda che comprende il periodo di tempo compreso tra il 1611 e il 1627. Se nel primo periodo il suo cultismo appare ancora moderato e intelligibile, nel secondo, invece, esso tende sempre più all'ermetismo e all'oscurità. Il poeta stesso, in verità, esprime a chiare lettere il deliberato proposito di orientare i suoi componimenti verso un ricchissimo e oscuro ermetismo. Mentre la prima produzione è quasi costantemente apprezzata dai critici, la seconda, per contro, è stata equamente rivalutata solamente nel Novecento. Prescindendo da due commedie di scarso valore, l'opera di Góngora è esclusivamente lirica. Scrive poesia sacra e (soprattutto) profana: oltre alle opere maggiori, alcuni suoi cesellatissimi sonetti e talune romanze ispirate alle tradizioni patrie sono ancor oggi celebri.

Góngora sa essere tanto satirico, beffardo e pungente, quanto lirico raffinatissimo e impenetrabile; nella Favola di Piramo e Tisbe, di ispirazione mitologica; armonizza mirabilmente toni burleschi e sottile idealizzazione. Le sue opere più impegnative sono, comunque, le Solitudini (Góngora ha in animo originariamente di scriverne quattro, ma riesce a realizzare solo la prima parte della seconda) e la Favola di Polifemo e Galatea, vertici assoluti del cultismo dove la forma tocca uno splendore inedito. Quest'ultima composizione (di 63

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