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La Libertad


Enviado por   •  9 de Septiembre de 2014  •  2.720 Palabras (11 Páginas)  •  235 Visitas

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Tema 8: Natura, giustificazione e significato della libertà umana

La realtà della libertà, prima ancora del problema, è la prima esperienza che ha fatto l’uomo fin dall’antichità: eppure il problema della libertà pare non sia stato ancora risolto; più esattamente è stato il farne un problema, ovvero il subordinarlo al pensiero, cioè il rendere dipendente ciò che in sé deve per natura essere indipendente, che ha gettato la libertà, la realtà primaria appunto della libertà, alla mercé delle aporie. (…) Quello che nulla più esalta l’uomo della libertà e che nulla l’ha più stretto e continua a stringerlo nelle catene del condizionamento dei fenomeni, è la libertà stessa: non tanto la libertà come pura forma di essere dell’umano, quanto anzitutto il modo d’intenderla e quello, conseguente, di esercitarla. Si può dire che la libertà è l’aurora della gloria dell’essere dell’uomo, purché si aggiunga che hinc incipit tragoedia hominis .

La libertà è quindi uno dei problemi capitali della filosofia, e dalla sua soluzione dipenderà la vita propria del filosofo, innanzitutto nella dimensione morale. In questa trattazione vedremo la libertà nel suo luogo nell’atto volontario e ne faremo la loro distinzione. In primo luogo, la volontà è «l’appetitus rationalis, cioè la tendenza verso un bene concepito dall’intelligenza» . Il suo atto è l’atto volitivo, che possiamo analizzarlo artificialmente in tre fasi (nella pratica le fasi sono intrinseche): la deliberazione, che finisce nel giudizio pratico; l’elezione; e l’esecuzione de quanto si è deciso. Il bene è quindi l’oggetto dell’atto volontario, vale a dire è il suo fine ultimo, e in questo senso, il movimento spontaneo verso ciò riceve il nome di voluntas ut natura, che si “contrapporre alla voluntas ut libera» (FDH, 158). Il luogo proprio della volontà libera è nella fase “dell’elezione”, dove si deliberano i mezzi per arrivare a quel bene concepito dall’intelligenza. Dunque l’atto libero è il movimento verso il bene in modo deliberato, è un atto volontario specifico.

La prima osservazione che possiamo fare è che la libertà, così come la vita, non è un essere, né una sostanza, né una facoltà, né un atto. La libertà è un carattere di certi atti volontari, è un accidente di terzo grado. Per avere una nozione più chiara della libertà, occorre precisare che ci sono tre diverse forme della libertà: Libertà fisica (libertas a coactione), che è l’agire senza limiti esterni; la libertà morale (libertas a peccato) è la totale assenza della possibilità di peccare; la libertà di scelta (libertas a necessitate), cioè la capacità di scegliere fra diverse cose, e che può avere una doppia forma: 1) la libertà d’azione (libertas exercitii), vale dire l’agire o il non agire, e 2) la libertà (libertas specificationis), ossia il fare questo o un altro.

Prima di trattare la natura e giustificazione della libertà di scelta, faremo un accenno storico all’approccio sull’affermazione o negazione della libertà umana. Per i greci, il termine έλευθερία, indica l’appartenenza a un popolo, quindi, il cittadino che vive nella polis, che gode dei diritti e rispetta delle leggi. Il concetto verrà presso poi dalla filosofia greca, e così comincia il paradosso che più l’uomo cerca di avvicinare la libertà con la riflessione e più essa si allontana, poiché la si cerca con carattere di certezza . Per Socrate, la libertà coincide con il dominio razionale su di sé, che rende possibile la conoscenza del bene, e che sempre lo segue una volta conosciuto. Platone sta sulla stessa scia, e le aggiunge una struttura circolare. Secondo essa, la libera decisione è necessaria alla partecipazione del bene, con cui l’anima è già in comunicazione dall’eternità. La riflessione filosofica ebbe un approfondimento con l’idea di libertà aristotelica, grazie all’analisi dell’atto umano come atto volontario, vista sotto la luce dell’Etica. Ora per lui volontaria è l’azione il cui «principio risiede in colui che agisce, se conosce le circostanze particolari in cui si svolge l’azione» . Poi distingue fra la spontaneità volontaria e la scelta (προαίρεσις) e tra questa e la deliberazione (βούλευσις). La scelta è una comunanza di tendenza e ragionamento. La libertà non si connetta con la βούλευσις, ma con la scelta. Ciò che distingue alla scelta libera è la dipendenza totale al soggetto, e non a altro fattore qualsiasi. L’aspetto che ci interessa qui è che la libertà è una categoria etica, che si realizza per mezzo della verità. E, viene data all’uomo come compito da realizzare. Manca alla sua nozione di libertà l’unità di ragione e appetito nella volontà. Perciò, la libertà di scelta rimarrà impregiudicata .

Verranno alcuni secoli dopo i Padri della Chiesa a salvaguardare la libertà dell’uomo, in confronto a altre concezioni, come quelle gnostiche e stoiche. È però nell’opera di Agostino che è contenuta l’elaborazione speculativa più creativa e che ha influsso di più nella riflessione filosofica sulla libertà. Vedremo brevemente la sua trattazione nel De libero arbitrio. Il contesto dell’opera è la confutazione che fa contro il manicheismo, che toglieva all’uomo la responsabilità della colpa. Lui affronta la questione a partire dal problema del male, giungendo alla conclusione che esso l’afferma la libertà umana. Il male solo può derivare dal libero arbitrio della volontà stessa. A questo punto raggiunge per rispondere al problema del peccato; rispondendo così, al determinismo dei manichei e andando al di là dell’intellettualismo greco. La fa con la sua idea dell’autodisposizione come liberum arbitrium. L’autopossesso della volontà è l’amore misurato dal bene, cioè la voluntas viene intesa come amore che muove se stesso, e come libero arbitrio capace di scelta tra il bene e il male. E con questo conferma che l’uomo è la causa del moto interiore, ed è causa delle azioni liberi. La riflessione di San Tommaso, come abbiamo visto prima, è sostenuta dal rapporto dell’intelletto e la volontà. Ambedue formano un’unità sinergica, la volontà è appetitus rationalis, anzi, le due potenze sono compresenti e co-influenti nel loro esercizio. Tommaso attribuisce alla ragione la specificatio dell’atto della volontà e alla volontà il suo exercitium: dal giudizio della ragione la scelta riceve il suo oggetto specificante e con esso il suo fine movente, mentre sta alla volontà il compimento dell’atto, mossa necessariamente dal bene. Questa necessitazione del bene perfetto, è la condizione della libertà di scelta, che si trova con dei beni finiti e in una condizione de indeterminazione, e dunque in capacità di scelta fra questi beni. Per

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