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Ricordo di Bobbio di Franco Cossu


Enviado por   •  1 de Abril de 2013  •  1.500 Palabras (6 Páginas)  •  253 Visitas

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Ricordo di Bobbio

di Franco Cossu

1. Il nome di Norberto Bobbio è associato ai grandi temi della democrazia, della libertà, dell’uguaglianza e del diritto. Nel 1955 questi argomenti sono oggetto di un importante dibattito fra lo stesso Bobbio ed alcuni esponenti marxisti come Galvano Della Volpe, Baccio Bandinelli e il Segretario del PC Palmiro Togliatti. Gli interventi di Bobbio sono raccolti in un’importantissima e ormai introvabile opera, Politica e cultura, ed è certamente interessante, per chi si occupa di storia del pensiero politico, rileggere quelle pagine nelle quali il confronto si svolge in maniera chiara, pacata e signorile, ben lontana dai toni ai quali oggi siamo purtroppo abituati.

Bobbio, che si proclama liberale, si pone il problema «della liberalizzazione dei regimi democratici»1 e dell’accettazione, da parte dei comunisti italiani, delle regole della democrazia liberale. Come liberale egli critica duramente Croce perché per il filosofo napoletano «il soggetto della storia è lo Spirito (e non l’individuo singolo, di cui si preoccupa il liberale)»2 e questo pone Croce fuori dal liberalismo e rende possibile, in chi si rifà alle sue posizioni, commistioni con il fascismo e il comunismo a causa del ruolo dato ad entità che tendono a sottomettere l’individuo ai propri fini.

Croce inoltre non manifesta interesse per il ruolo delle istituzioni, argomento di grande importanza per gli scopi che Bobbio si propone.

2. Tuttavia Bobbio non fa interamente i conti con Croce: proprio l’accento posto sullo Spirito, sulla sua distinzione dalla sfera economica, fa sì che per Croce sia possibile la libertà politica senza quella economica. E questo ricollega Croce a Bobbio nel momento in cui il filosofo torinese si pone il problema dell’esistenza di istituzioni liberali in sistemi ad economia statalizzata. È una posizione che si guadagnerà spazio nel nostro paese, trovando la propria matrice in Gobetti, per il quale erano da considerare liberali sia Lenin che i fondatori del partito comunista italiano, poiché tutti quanti si preoccupavano della libertà, ma che resterà minoritaria nell’ambito del pensiero liberale. Susciterà infatti un interessante dibattito con Einaudi, il quale riaffermerà l’indissolubilità del rapporto fra libertà economica e libertà politica. Ma è proprio a partire dall’autonomia della sfera politica che Bobbio ritiene che i principi del liberalismo di Costant, di Kant e Locke possano essere accettati dalle cosiddette democrazie popolari senza per questo modificare l’assetto economico. Della Volpe risponde facendo riferimento a Rousseau e alla volontà generale intesa come trascendimento delle volontà particolari e negazione quindi delle libertà individuali viste come espressione della borghesia. Il pensatore marxista auspica che proprio le tematiche di Rousseau, democratiche ma non liberali, presenti nella Costituzione italiana, trovino sempre maggiore sviluppo nel nostro paese.

L’intervento di Togliatti, ovvero Roderigo di Castiglia, nome usato dal leader comunista quando si occupava di questioni culturali, è fermo del riaffermare le tradizione comunista ma pacato e lontano dai toni sprezzanti usati in altre circostanze. Bobbio se ne compiace ed anche se ognuno rimane sulle proprie posizioni è importante il dialogo tra il PCI e un pensatore che, se certamente non è ostile, intende tuttavia differenziarsi e cercare di condurre quel partito su posizioni allora vista con ostilità. Interessante è pure il fatto che Galvano Della Volpe sviluppi temi come la democrazia e la libertà comunista normalmente trascurati dai pensatori marxisti e rapidamente trattati dallo stesso Marx.

3. Negli anni Settanta Bobbio riprende il dialogo con i comunisti. È il periodo della proposta berlingueriana del compromesso storico: Bobbio lamenta ancora la mancanza, in ambito marxista, di una dottrina dello stato e di un’adeguata teoria della democrazia e del pluralismo. Ma le carenze

1 N. Bobbio, Politica e cultura, Torino, Einaudi, 1955, p. 163.

2 Ivi, p. 258.

1

riguardo alla conoscenza dei più elementari fondamenti della democrazia sono largamente diffuse: Bobbio, divenuto anche editorialista de La Stampa, ha adesso un pubblico più vasto davanti a sé e svolge una meritoria opera di sensibilizzazione in particolare sulle tematiche della democrazia formale.

In un paese in cui le tradizioni liberal-democratiche sono sempre state in secondo ordine rispetto alle culture politiche fasciste, cattoliche e marxiste non è semplice far digerire all’opinione pubblica che la democrazia è innanzi tutto un insieme di regole per la risoluzione pacifica dei conflitti e non dei contenuti da raggiungere con ogni mezzo e a qualsiasi costo.

Nel suo intento di chiarezza Bobbio rifiuta la terza via di Berlinguer: infatti, se per via si intende un mezzo per raggiungere uno scopo, allora esistono solo due vie per il socialismo: quella leninista, rivoluzionaria e violenta, e quella socialdemocratica, parlamentare e pacifica. In

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