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Los Mineros Ricos De Potosi En La Denominaciòn Colonial


Enviado por   •  14 de Mayo de 2015  •  1.428 Palabras (6 Páginas)  •  169 Visitas

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Anthony Giddens, sociologo inglese, è considerato a oggi uno dei più conosciuti e autorevoli scienziati sociali, non solo britannici ma pure a livello mondiale. Non a caso, in patria è stato definito il più famoso scienziato sociale dopo Keynes. La sua produzione intellettuale è vasta (oltre trenta opere) e pone al centro una visione olistica e critica della società contemporanea.

Nasce il giorno 18 gennaio 1938 nell'area londinese di Edmonton, all'interno di una famiglia benestante della media borghesia. Il padre, impiegato dei trasporti, permette al figlio di proseguire gli studi universitari, il primo della sua famiglia, che termina nel 1959 con la laurea presso la Hull University. Successivamente consegue il master presso la London School of Economics e poi, nel 1974, il dottorato (PhD.) all'Università di Cambridge. Nel frattempo, nel 1961 comincia ad insegnare psicologia sociale presso la University of Leicster, per proseguire poi l'insegnamento presso l'università di Cambridge, dove resterà per molti anni, fondando anche il Comitato di Scienze politiche e sociali (SPSc).

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La prima fase della sua vita accademica e del suo pensiero è principalmente rivolta ad un lavoro di critica della tradizione sociologica. Numerose le opere riguardanti le diverse correnti disciplinari e gli autori che più hanno segnato la sociologia, nel tentativo di formulare un approccio critico specialmente verso ill materialismo storico e il funzionalismo. L'opera di certo più importante del periodo è "Capitalism and Modern Social Theory" (1971) dove sostiene che, nonostante le differenze dottrinarie, i lavori di Marx, Durkheim e Weber condividevano l'esigenza primaria di studiare il capitalismo e i suoi effetti sulla vita sociale, affermando così che la sociologia nasce come tentativo di spiegare le trasformazioni delle istituzioni e del potere portate dall'industrializzazione.

Tra questo tipo di opere, seppure di un periodo successivo (pubblicato infatti negli anni '80), il breve libro sul contributo di Durkheim, nel quale individua un percorso di studio (la sociologia come scienza morale) del sociologo francese ben preciso, fornendo una visione delle sue opere lineari e chiara.

L'interesse di Giddens non si ferma solamente agli aspetti teorici. Nel 1976 da alle stampe "New Rules of Sociological Method" dove, richiamando la famosa opera di Durkheim, si sofferma sulla lunga diatriba sociologica fra macro livello (ossia la dimensione generale della società, come struttura e processi) e micro livello (la dimensione pratica e quotidiana della vita sociale, le sue interazioni e i suoi significati). Criticando l'approccio durkheimiano e l'irriducibilità della società agli individui (la società sui generis come oggetto di studio), Giddens propone la sociologia interpretativa weberiana, che si sofferma sui motivi e gli stimoli delle azioni individuali. Il sociologo inglese non sposa l'idea weberiana dell'individuo come unità centrale d'analisi, ma afferma l'interazione tra i due elementi (realtà collettiva e individuo): in altre parole, le strutture della società hanno effetti sulle persone che nelle loro azioni producono le strutture stesse. L'unità d'analisi diviene così la pratica sociale che da forma al mondo sociale e che comprende sia una componente strutturale sia legata all'attore.

Negli anni successivi, Giddens esplora più in profondità la relazione fra macro e micro arrivando a formulare la sua nota teoria della strutturazione. In questa fase, lo studioso è impegnato nel difficile tentativo di trovare una sintesi fra forze sociali e individuali nel formare la realtà. Nel 1979 viene pubblicato "Central Problems in Social Theory"e, nel 1984, "The Constitution of Society".

Il punto centrale del pensiero di Giddens è il riconoscimento che così come le azioni individuali sono limitate dalle strutture, allo stesso modo esse sono portatrici del cambiamento sociale. Le azioni agiscono sulla realtà che è formata e forma poi le azioni stesse. Le strutture, quindi, sono quell'insieme di regole e risorse che gli attori mettono in campo nelle pratiche che producono la società stessa. Il concetto di dualità della struttura cerca di spiegare proprio questo aspetto: le strutture impongono vincoli sulle azioni ma in pari tempo le rendono possibili.

Il collegamento tra azione e struttura diventa una questione centrale nella sociologia di Giddens: perché entrambe siano comprese devono essere studiate insieme (le prime, infatti, sono formate, rafforzare e cambiate attraverso le azioni e queste assumono senso solo sullo sfondo delle strutture). In Giddens, quindi, lo studio della strutturazione del sistema sociale diviene lo studio di come il sistema, nel generare risorse e norme strutturali, è riprodotto dall'interazione sociale.

La strutturazione si propone così come una formula

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